Falchi all’angolo
Cosa pensano davvero i tedeschi

Possiamo anche credere che Angela Merkel e il suo vicecancelliere, il leader della Spd Sigmar Gabriel, siano favorevoli a concedere più tempo e più margini per gli investimenti dei Paesi membri che non riescono a crescere sufficientemente e soffrono un alto tasso di disoccupazione. La stessa Germania soffre in questo senso. Il che non significa rinunciare al rigore, ma solo che ci si impegni seriamente in un corso riformatore. Le riforme non sono proprio uno scherzo, tanto che il nostro governo, fino a questo momento propenso a indicare date di qualche settimana per il rispetto degli impegni presi e quasi regolarmente disattesi, ora si è dato almeno mille giorni, qualcosa di simile al passo di un centometrista piuttosto di quello dello scattista che finisce il fiato al primo giro di pista. Non c’è dunque nessuna battaglia aperta, tra il pragmatismo di Angela Merkel ed il rigorismo degli ortodossi del rigore monetarista. Si vuole più la flessibilità nella interpretazione dei parametri dell’Unione? La grosse Koalition di Berlino resta convinta che il Patto di stabilità offra ottimi strumenti in questo senso. L’importante non è tanto questo, quanto la consapevolezza di una situazione nell'area euro ancora fragile, dove la lotta alla disoccupazione resta il problema più urgente. Mandate avanti le riforme di struttura e il resto verrà da se. Altro che falchi alle corde. Anche perché se domani si riuscisse ad eleggere, magari con i voti italiani, Junker alla presidenza della Commissione europea, il gioco sarà fatto, alla faccia dei tories britannici e dall'ala destra, euro minimalista, degli stessi popolari a Bruxelles. Quello che conta è che i Paesi che chiedono la maggiore flessibilità, sostengano una commissione Juncker, poi sarà quella a dettare tempi e contenuti della politica econonica dell’area euro. Come la pensa Junker lo sappiamo. I Wolfgang Schaeuble, gli Jens Weidmann, aspettano solo di avere il topo in bocca, il resto sarà fiato sprecato. In quel momento vedremo se Italia e Francia, Renzi e Hollande, otterranno l’ invocato ammorbidimento delle regole. “Accumulare nuovo debito sarebbe la cosa peggiore da fare in questo momento, sarebbe il peggior errore che potremmo fare”, ha già detto Schaeuble in alla radio pubblica tedesca. Weidmann è sulla stessa linea. I paesi Ue, che vogliono più tempo per rimettere a posto i loro bilanci, dovranno intanto “attenersi alle regole comuni, niente di più e niente di meno”. Ecco cosa sostiene da sempre la Germania, ovvero, una politica di bilancio assennata e una continua riduzione del deficit come condizione indispensabile per una crescita sostenibile. Se poi noi vogliamo illuderci che Renzi cambi tutto, persino in Europa, liberi di farlo. Intanto ingoiamoci Junker. C’è sempre tempo per prendere coscienza della situazione. Gli italiani, in fondo sono dei bambini, preoccupati per le sorti della loro nazionale di calcio. Ah, sì, anche al mondiale, avete visto Angela Merkel allo stadio? Vai a vedere che la coppa la vince Germania.

Roma, 26 giugno 2014